La Luce di Michelangelo


Mosè è tornato alla luce. Alla sua luce. 
Riscopriamo il Mosè cosi come l’artista lo aveva immaginato.

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Un sapiente e spettacolare restauro, ha restituito alla scultura l’affascinante illuminazione originaria: la luce pensata e voluta da Michelangelo. 
Fulcro della Tomba di Giulio II nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, il Mosè è una delle opere più celebri di Michelangelo Buonarroti, realizzata tra il 1513 e il 1542.
Il monumento è stato oggetto di un restauro, realizzato in più fasi a partire dal 2000, che ha restituito alla scultura l’affascinante illuminazione originaria: la luce pensata e voluta dal grande artista.

All’epoca della sistemazione del monumento, due finestre aperte nel braccio del transetto donavano alle sculture un’illuminazione naturale durante l’intera giornata. Michelangelo aveva studiato le variazioni luministiche e aveva utilizzato differenti tecniche di lavorazione del marmo, con gradi di finitura diversi, per esaltare il rapporto della luce con la materia. Il momento di massima sinergia era il tramonto, quando i raggi dorati del sole illuminavano il volto del Mosè.

Oggi, grazie alle più innovative tecnologie digitali, sono state progettate e realizzate fonti di illuminazione sostitutive delle finestre originarie, non più esistenti, che ripropongono la luce naturale del tempo di Michelangelo nel suo percorso durante la giornata, con i mutevoli effetti prodotti sulle superfici marmoree. Nello spazio di un 3 minuti l’impianto di illuminazione, fatto di lampade a led a basso consumo energetico, simula lo scorrere delle ore.

La riproduzione della particolare luce che nel Cinquecento illuminava il complesso scultoreo restituisce ai visitatori un’esperienza di fruizione autentica e al contempo originale, che avvicina alla bellezza e alla potenza espressiva dei marmi.

I lavori sono stati condotti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, realizzati da Antonio Forcellino, restauratore e storico dell’arte e da Mario Nanni, maestro delle luci.
Un risultato eccezionale raggiunto grazie al contributo di IGT che ha confermato il suo percorso di attenzione e di responsabilità, iniziato nel 2000, verso un monumento che è un simbolo prestigioso dell’impegno costante dell’azienda a sostegno della tutela e della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del Paese.