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Informare, divertire, stupire, sono parole entrate nel vocabolario dei musei più innovativi, che non hanno paura di trasformarsi. Grazie alle tecnologie digitali, l'innovazione dei beni culturali può esplorare nuove strade, puntando a una crescita dell'audience e alla conquista di un pubblico più giovane, rappresentato dai Millennials e dalle generazioni successive: spazi interattivi, gamification, installazioni immersive, sono tutti elementi che costituiscono il cuore di poli espositivi d'avanguardia e permettono di conquistare un pubblico che non si riconosce più nelle forme tradizionali di museo.
Un esempio di questa nuova tendenza è il MORI Building Digital Art Museum di Tokyo, un luogo magico nato dalle visioni del team Lab Borderless. Uno spazio di 10.000 metri quadrati pensato per essere “senza confini”, tutto giocato su meraviglie percettive e magie digitali che “aumentano” l'esperienza della visita. Creato da un collettivo di artisti che lavorano con le tecnologie, il museo non è solo un luogo di bellezza immateriale: gli allestimenti sono pensati anche per far provare agli spettatori esperienze concrete, come nel progetto Atlethic Forest dove i ragazzi hanno a disposizione percorsi nei quali saltare, arrampicarsi, interagire con le proiezioni e calarsi in uno scenario fantastico.
Dimenticate pannelli e didascalie, collezioni racchiuse in teche di vetro e tutto quello che rende un museo ciò per cui oggi lo conosciamo: i musei diventano un luogo di unione fra arte e scienza, per regalare agli spettatori una nuova forma di edutainment, sfruttando il potenziale della tecnologia digitale. Al fine di garantire un maggior coinvolgimento del visitatore gli ambienti di questi musei già proiettati nel futuro sono altamente interattivi, per offrire un’esperienza immersiva e coinvolgente. Come? Attraverso proiezioni 3D, led wall e tecnologie digitali che rendono visibili i processi che accomunano arte e scienza, comunicando attraverso prospettive originali il mondo in cui viviamo e il futuro che ci aspetta.
In tutto il mondo le realtà museali si rinnovano rapidamente e anche l'Europa non sta a guardare: l'European Museum of the Years Award, premio che viene conferito ogni anno al museo più innovativo, nel 2019 è stato assegnato al Rijkmueum Boerhaave di Leiden, nei Paesi Bassi.
La scelta della commissione, come si legge nella motivazione ufficiale, è stata guidata dalla qualità della proposta museale, frutto di un approccio artistico alla comunicazione della scienza. Il risultato del lavoro svolto, è una scienza dal volto umano che stimola la curiosità e coinvolge il pubblico in dibattiti su temi scientifici ed etici cruciali per il nostro tempo. Un traguardo raggiunto unendo il potenziale dello storytelling a quello del digitale per dare vita a un modo del tutto nuovo di comunicare la scienza.
Anche l'Italia si è affacciata al mondo dell'innovazione museale e diverse realtà stanno implementando nuove tecnologie che finisco per modificare la natura del museo, la progettazione delle mostre e il rapporto con gli spettatori. Nessuno dei musei italiani però, fino a oggi ha mai vinto l'EMYA. Chissà che il prossimo anno non sia la volta buona.