Millennials VS Cultura
Abituati a considerare i più giovani per le loro abitudini digitali, spesso ci si dimentica di quanto le generazioni più giovani siano profondamente coinvolte nel consumo culturale e di quanto le loro scelte pesino sulla bilancia economica del settore: è il caso dei Millennials, detti anche Generazione Y.
Flessibilità: quando l’interazione diventa indispensabile
Mettere il visitatore al centro dell'esperienza significa ripensare le forme e le funzioni delle istituzioni culturali. L'esperienza non può più essere limitata da vincoli spaziali e temporali e l'idea che il museo sia un contenitore avulso dal resto del mondo, il cui unico scopo è custodire e conservare dei beni, è ormai obsoleta. Analogico e digitale non sono destinati a combattersi ma coesistono e creano un sistema integrato dove ogni esperienza viene amplificata. I Millennials cercano un ecosistema aperto, relazionale, plastico, dove tutto è connesso e dove l'interazione è la regola. Un esempio interessante di questa tendenza è Father and Son, del 2017, il primo videogioco prodotto per il mercato internazionale da un museo archeologico, il lungimirante Museo Archeologico di Napoli, che utilizza la gamification per aumentare il grado di coinvolgimento dei ragazzi e fare divulgazione, trasformando il museo in vero e proprio publisher e spostandosi fuori dal proprio consueto raggio d'azione.
Facilities
Servizi di bike sharing e mezzi pubblici che colleghino i siti culturali alla città, sconti e offerte speciali, customer care, nuovi servi per la disabilità, bar e ristoranti all'interno del museo con menù ad hoc: la chiave per conquistare i Millenials è personalizzare l'offerta e favorire l'accesso, permettendo di vivere ogni momento della visita in modo personale e “tagliato” sulle proprie esigenze.
Connettività: always-on
Oggi i musei devono fare un salto e offrire servizi di connettività efficaci: per i giovani, che sono always-on, la visita è un'occasione di arricchimento personale, ma anche strumento di affermazione di sé e di costruzione della social reputation, gli spettatori devono avere la possibilità di godere di contenuti digitali in tempo reale attraverso reti wifi efficaci e gratuite, che permettano di socializzare sui propri canali l'esperienza che stanno vivendo.
Il valore della community
I Millennials tendono a legarsi emotivamente ai brand e stessa cosa accade quando un'esperienza sollecita la loro curiosità e li appassiona. I sistemi delle review, la condivisione sui propri account social e il cosiddetto “word of mouth”, il passaparola, anche all'interno delle cerchie di gruppi più meno ampi di conoscenti sono tutti strumenti che i Millennials utilizzano e sentono affini. Per questo la cultura deve imparare a vedere i Millennials non solo come spettatori ma anche come ambassador, più efficaci di qualunque pubblicità tradizionale. Senza dimenticare che l'esperienza di visitare una mostra è più interessante nel momento in cui diventa condivisibile.
Insomma, per i Millennials la cultura appassiona quando si dimostra aggregante e coinvolgente, personalizzata e liquida: da storytelling a storydoing il passo è breve e la via dell'innovazione per la cultura è aperta.
L’impegno IGT
Proprio in ambito culturale, con la volontà di valorizzare il futuro dei giovani talenti, IGT ha dato vita al progetto Generazione Cultura, che molto presto partirà per la quarta edizione.
Attraverso un programma di formazione completo e uno stage presso le più prestigiose istituzioni culturali del nostro Paese, il progetto rappresenta un’opportunità unica per i giovani neolaureati che desiderano sviluppare le loro competenze e trasformarsi in professionisti.
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