Tecnologie differenti insieme per l’innovazione


AerariumChain è una startup culturale che usa un mix di soluzioni innovative – blockchain, intelligenza artificiale, cloud e scan tridimensionali – per monitorare, tracciare e preservare il patrimonio artistico e culturale. Scopri il progetto finanziato da Idee Vincenti.

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Il nome è ispirato al termine latino erario. Sottende l’idea che il patrimonio culturale vada protetto come una ricchezza pubblica e richiama la blockchain, come esempio di tecnologia. Perché AerariumChain è una startup culturale che usa un mix di soluzioni innovative – blockchain, intelligenza artificiale, cloud e scan tridimensionali – per monitorare, tracciare e preservare il patrimonio artistico e culturale. L’impresa nasce dall’esperienza del suo fondatore, Giorgio Rea, archeologo specializzato in storia dell’arte romana, che per mestiere conosce bene i rischi connaturati allo scorrere del tempo.

L’idea è creare una sorta di DNA del patrimonio culturale che permetta di verificare le condizioni di un’opera e, qualora ce ne fosse bisogno, di facilitarne la conservazione e il restauro.

Giorgio Rea | Archeologo e Fondatore di AerariumChain

In questo la tecnologia può essere d’aiuto, come lo è stata la famiglia per Rea quando, ancora fresco del dottorato conseguito alla Sorbonne di Parigi, è tornato in Italia e si è rivolto ai due fratelli maggiori, ingegneri informatici che lavorano per la digitalizzazione delle imprese. Insieme hanno creato una piattaforma in grado d’integrare soluzioni innovative per certificare, valutare e controllare lo stato di conservazione delle opere d’arte. Un servizio che crea immagini tridimensionali attraverso la tecnica della fotogrammetria e gli scanner a luce strutturata, che lavorano con una precisione fino a 40 micron, cioè meno della sezione media di un capello. Archivia le immagini sul cloud, dopo averle certificate e rese inalterabili con la tecnologia blockchain. E infine monitora lo stato di conservazione delle opere, grazie ad algoritmi che usano l’intelligenza artificiale per confrontare immagini scattate in tempi diversi, osservando gli effetti dell’invecchiamento.

L’ultimo incendio di Notre Dame ci ha ricordato la fragilità di queste ricchezze. Incidenti, guerre, terremoti, ma anche il semplice invecchiamento: è difficile proteggere tutto il patrimonio artistico esistente.

Giorgio Rea | Archeologo e Fondatore di AerariumChain

Un servizio che può essere molto utile a musei e istituzioni, dove il monitoraggio delle collezioni è affidato solitamente all’occhio di curatori e conservatori che controllano manualmente i singoli pezzi. Ma anche a banche o assicurazioni, interessate a garantire il valore di un’opera, anche dal punto di vista prettamente economico. Pensiamo al caso di un’assicurazione che vuole stabilire con precisione quando è avvenuto un danno per definire un contenzioso. Oppure è chiamata a difendere un’opera da accuse di falsificazione.

La startup – sviluppata grazie a Idee Vincenti, il percorso di accelerazione per progetti tecnologici legati alla cultura ideato e sostenuto da IGT in collaborazione con l’incubatore del Politecnico di Milano, PoliHub – è in fase di decollo.

In autunno avverranno i primi upload delle immagini in 3D di opere in collaborazione con il museo egizio di Torino e quello archeologico di Milano. E fra un anno la piattaforma sarà in grado di compiere i primi raffronti fra la diversa documentazione immagazzinata inerente opere uguali per testare la capacità dell’intelligenza artificiale di individuare mutamenti e differenze.

Presi singolarmente, i servizi di archiviazione elettronica e certificazione esistono già. I musei Vaticani, ad esempio, hanno acquistato uno scanner 3D per documentare tutta la loro collezione. AerariumChain, però, è l’unica piattaforma in grado di combinarli per offrire una tutela più completa del patrimonio artistico.

E’ la combinazione fra tecnologie differenti – conclude Rea – che crea vera innovazione”.

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